domenica 21 ottobre 2012

Una interessante e sconcertante documentazione sul Marchio della Bestia


Dal 1°Gennaio 2005, in Italia è obbligatorio, inserire negli animali che debbono essere registrati, un micro chip per il loro riconoscimento. L'inserimento dovrà essere sotto cutanea.
Ovviamente questo servirà come test e collaudo per poterlo inserire nelle persone. Sarà un test tecnico, sanitario e psicologico, ma sarà anche una preparazione mentale per questo metodo infallibile di riconoscimento.
Un'altra novità è la certa e immediata immissione (in Italia) della Carta Nazionale dei Servizi, una Smart Card personale dove vengono inseriti tutti i dati personali del portatore: Codice Fiscale, dati del gruppo sanguigno, dati anagrafici, dati dei redditi, dati ISEE, numeri di conti bancari e dati vari, cioè tutto quello che serve per il riconoscimento di una persona. In primo tempo NON sarà obbligatoria, ma la funzione della carta stessa sarà buona pubblicità per essere, in breve tempo, usata dalla maggior parte delle persone. Questa carta, è gia in uso in diversi stati della Comunità Europea.
Possiamo immaginare che il passaggio dalle Smart Card al Bio Chip sarà facile e senza contrasti, vedendo anche i chiari vantaggi di quest'ultimo nei confronti delle Card: non si potrà rubare, manomettere, contraffare, danneggiare, copiare, ect..
Dove è menzionato il Marchio della Bestia? Che cos'è?
Il Marchio della Bestia viene menzionato nella Bibbia e precisamente in Apocalisse 13:16-17, 16:2 e 19:20, ed è in correlazione con l'Anticristo.

 Faceva sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi ricevessero un marchio sulla mano destra e sulla fronte; 17 e che nessuno potesse comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè il nome della bestia o il numero del suo nome. 18 Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza calcoli il numero della bestia: essa rappresenta un nome d'uomo. E tal cifra è seicentosessantasei.
 16 Inoltre obbligò tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi, a farsi mettere un marchio sulla mano destra o sulla fronte. 17 Nessuno poteva comprare o vendere se non portava il marchio, cioè il nome della bestia o il numero che corrisponde al suo nome.
18 Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza, calcoli il numero della bestia, perché è un numero d'uomo; e il suo numero è seicentosessantasei.

Può essere collegato tutto questo a qualcosa oggi? Vediamo sotto.

 
Potrebbe essere lo strumento e mezzo di identificazione riportato in Apocalisse 13:16!
Ha la dimensione di un chicco di riso.
Una nuova invenzione che elimina la necessità di usare la carta moneta o la carta di credito!
Viene già usato dai ricchi come strumento per evitare i sequestri.
Voi lo potrete usare per i suoi vantaggi e per impedire il furto d’identità e la frode…
Fuggite da tutto ciò!!!

 Scoprite il perché…
Motorola, che produce i microchips per la MONDEX SMARTCARD, ha sviluppato diversi bio-chips innestabili nel corpo umano.
Il chip BT952000 fu progettato dal dott.carl Sanders, che è stato anche presidente in diciassette conferenze del NEW WORLD ORDER per sviluppare un sistema mondiale per l’economia e l’identificazione degli esseri umani.

Il Bio-chip misura 7 mm di lunghezza e 0,075 mm di larghezza, le dimensioni circa di un chicco di riso.
Contiene un “trasponder” e una batteria al litio ricaricabile.
Questa batteria è caricata da un circuito “thermo” che produce tensione elettrica sfruttando la fluttuazione della temperatura corporea.
Trasponder è un sistema di immagazzinamento e lettura di informazioni in microcircuiti integrati.

La lettura si realizza tramite onde, come in un controllo a distanza.
 

RICORDATEVI QUESTO NOME E QUESTI LOGO…

 

Altri sistemi SMARTCARD verranno messi presto a disposizione di MONDEX.
Si tenga conto che MASTERCARD ha acquistato il 51% del pacchetto azionario di quella società. 

Hanno speso più di 1,5 milioni di dollari nella ricerca solo per scoprire qual è il posto migliore, nel corpo umano, per inserire il “bio-chip”. Ed hanno trovato la FRONTE: sotto lo scalpo e sotto la parte posteriore della MANO, specificatamente…LA MANO DESTRA.
“In oltre obbligò tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi, a farsi mettere un marchio sulla MANO DESTRA o sulla FRONTE. Nessuno poteva comprare o vendere se non portava il marchio, cioè il nome della bestia o il numero che corrisponde al suo nome.” APOCALISSE 13:16-17
 
 
Un miliardo di Bio-chip vengono prodotti ogni anno (al momento) da MONDEX. Il valore del denaro potrebbe essere manipolato, rubato o cancellato dai terminali delle banche.
Le carte di credito debbono essere rinnovate continuamente e il denaro reale potrebbe diventare poco sicuro nell’ambito del mercato generale.

C’è solo una soluzione a questo problema, proposta da MOTOROLA:
Fissare il Bio-chip nella mano destra o nella fronte, da dove non potrà essere rimosso, perché se venisse asportato chirurgicamente, la piccola capsula scoppierebbe e l’individuo sarebbe contaminato dalle sostanze chimiche contenute.
Il sistema di posizionamento globale, GPS, poi, rivelerebbe la sua rimozione e avvertirebbe le autorità competenti.

Notate che MONDEX vuole dire "il denaro sulla vostra mano“. MON-DEX è una parola composta da MONETARY e DEXTER.


Questa è la prima famiglia americana, i Jacobs, che si è fatta inserire il chip nella mano destra.
 
 

(conchiglia/us)

sabato 20 ottobre 2012

Chi siamo


OrtodossiArcaica è un bollettino di studi e analisi politico-culturali.
Ci impegnamo a divulgare informazioni che di solito prendono il nome di: contro-cultura o contro-informazione, cioè, quelle informazioni che pochi dicono e pochi vogliono ascoltare.  Diffonderemo tematiche come: Musica, Politica, Economia, Notizie generali, Storia e Religione.

Musica



venerdì 19 ottobre 2012

Il soldato che rifiutò di togliersi la croce


 

Evgeny Aleksandrovich Rodionov era nato nel villaggio di Satino-Russkoye, vicino a Podolsk, Mosca Oblast. Quando aveva undici anni la nonna gli regalò una piccola croce legata ad una catenina. Alcuni anni dopo fu ferma volontà di Evgeny diventare cristiano, e indipendentemente da ciò che pensavano i suoi familiari e si fece battezzare. Nel 1995 andò a prestare servizio nelle Forze Armate della Federazione Russa. Come tanti giovani della sua età fu destinato a svolgere il servizio sul fronte Ceceno. Caduto prigioniero, insieme ai suoi compagni d’armi, fu sottoposto per tre mesi ad orribili torture. Il giorno del suo diciannovesimo compleanno i guerriglieri Ceceni misero Evgeny di fronte alla scelta tra la vita e la morte, chiedendogli di rinnegare la propria fede cristiana ortodossa e la propria patria, e abbracciare l’islam, in cambio avrebbe avuta salva la vita. Ma Evgeny rimase fermo nella fede in Cristo.  Allora il bandito ceceno estratta una lama affilata lo sgozzò come un agnello, tranciandogli infine la testa. Con lui allo stesso modo furono uccisi anche i suoi compagni d’armi: Igor, Andrea e Alessandro. Anche loro avevano rifiutato di convertirsi all’Islam. Era il 23 maggio 1996, festa dell’Ascensione del Signore.
Di seguito riportiamo alcune testimonianze sulla vita e sul martirio di Evgeny, tra cui quelle rilasciate ai giornali da Lubov Rodionova, sua madre.


La stampa patriottica Russa ha già raccontato circa l’atto eroico di un soldato russo di 19 anni, Evgeny Rodionov. Questo ragazzo si è ritrovato prigioniero dei Ceceni nel 1996. Egli non ha rinnegato né la sua patria né la sua fede. Non si tolse la sua croce, neanche nel momento più difficile delle bestiali torture. Evgeny è stato decorato con l’Ordine del Coraggio (Орден Мужества). Donazioni da parte della gente hanno permesso di mettere sulla sua tomba una croce ortodossa alta due metri. La gente viene a visitare la sua tomba dai luoghi più lontani della Russia. Sua madre, Lubov Rodionova, dice che l’atteggiamento della gente cambiò l’intera sua consapevolezza della vita. Un veterano della Seconda Guerra Mondiale, venne una volta a visitare la tomba di Evgeny. Prese la sua decorazione militare – la Medaglia Bravery – e la poggiò sulla pietra tombale.
La biografia di Evgeny Rodionov è stata pubblicata in un libro che è uscito nel 2002. Il libro è stato intitolato “Il nuovo martire di Cristo, il soldato Evgeny". Questo non è propriamente un libro, ma un libretto, che è stato scritto dal sacerdote Alexander Shargunov. Tuttavia, sappiamo poco riguardo ai pensieri intimi di Evgeny, i suoi sentimenti, le emozioni, o di ciò che ha dovuto passare durante i tre mesi di inferno ceceno. Molte cose restano un mistero. Lubov Rodionova ha condiviso il suo pensiero con il sacerdote riguardo all’infanzia di suo figlio, i suoi interessi a scuola, il suo atteggiamento nei confronti del servizio militare. Ha anche condiviso i suoi pensieri più orribili – circa la notizia della sua presunta diserzione dall’esercito, e quelli che son seguiti alle notizie successive.



Hai bellamente portato a termine le lotte, o Eugenio,
così chiamato in vista di ciò che con le opere saresti stato.
Imitando i neomartiri di Russia, hai reso candida la tua anima
con le bellezze dei combattimenti e la lucentezza dei tormenti,
hai condannato al vituperio il pensiero ateo degli iniqui
e dissipato la caligine dell’inganno con la divina potenza.
 
I tuoi martiri, Signore, con la loro lotta
hanno ricevuto da te, nostro Dio, le corone dell’incorruttibilità:
con la tua forza, infatti, hanno abbattuto i tiranni
ed hanno anche spezzato le impotenti audacie dei demoni.
Per le loro preghiere, o Cristo Dio, salva le anime nostre.
 

giovedì 18 ottobre 2012

Olocausto e Revisionismo


                                    16 domande e risposte

 


1. E' provato che i tedeschi abbiano ucciso sei milioni di ebrei ?
Nessuno contesta che tantissimi ebrei siano morti durante la seconda guerra mondiale a causa della loro deportazione nell'Europa dell'Est e delle condizioni inumane che in certi periodi si verificarono nei campi di concentramento. Niente dimostra, tuttavia, che. sia esistito (e sia stato eseguito) un piano per l'uccisione di chicchessia in ragione della sua razza. Né gli ebrei, né gli zingari sono stati sterminati in modo sistematico. Tutti coloro che morirono nei campi di concentramento, dai criminali di diritto comune ai resistenti e partigiani di varie nazionalità, ecc., conobbero lo stesso tragico destino.
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2. E' provato che Hitler fosse al corrente dell'Olocausto e che lui o Himmler abbiano dato un ordin!, in proposito?
Non esiste alcun ordine scritto esplicito. Tuttavia le autorità naziste si rendevano sicuramente conto che la deportazione degli ebrei all'Est era realizzata in coridizioni tanto dure che gran parte degli ebrei dovevano lasciarvi la pelle.
3. Esistono ordini scritti per lo srenninio degli ebrei?
Neanche uno. E' inimmaginabile che, nella Germania di quest'epoca, rigorosamente burocratica e gerarchizzata, un'azione di tali proporzioni sia stata compiuta senza una catena di ordini espliciti, scritti, chiari e dettagliati. Si pretende che parole come Sonderbehandlung, Umsiedlung, Arbeirseinsatz ed Endlösung equivalessero in codice a "sterminio". A nostro avviso, questa è una speculazione senza fondamento.
4. Un'operazione di tale ampiezza poteva restare segreta?
Impossibile. D'altronde, è chiaro che le pretese camere a gas da esecuzione avrebbero potuto essere notate da qualcuno. Si vedano Air Photo Evidence di John C. Ball e l'Album di Auschwitz di Serge Klarsfeld.
5. Perché gli ebrei non opposero resistenza o quasi?
Perché, apparentemente, nessuno aveva l'intenzione di sterminarli. Per vari motivi (essenzialmente di sicurezza), essi venivano raggruppati e poi deportati verso ghetti o campi dove erano costretti a lavorare in condizioni il più delle volte terribili.
6. E' dimostrato che non sono stati uccisi sei milioni di ebrei?
E' difficile dimostrare che una cosa non si è verificata. Ma i revisionisti hanno presentato, nel corso degli anni, innumerevoli argomenti di natura criminologica, demografica, analitica, logistica, tecnica e comparativa, dai quali scaturisce un'immagine ben diversa della sorte degli ebrei.

7. Che cosa risulta alla Croce rossa internazionale sul preteso genocidio?
Una delegazione della CRI, che visitò Auschwitz nel settembre del 1944, segnalò specificamente nel proprio rapporto che i detenuti potevano ricevere pacchi di generi alimentari e che, dopo aver cercato di verificare le voci sulle pretese camere a gas, non era in grado di confermarle. Inoltre la CRI dispone di un Servizio internazionale di ricerche ad Arolsen, che centralizza tutti i dati a carattere individuale sui detenuti dei campi e che, su richiesta delle famiglie, rilascia informazioni o certificati di morte. Alla data del 31 dicembre 1983 la Croce rossa aveva compilato complessivamente 373.486 certificati relativi a tutti i decessi, di ebrei e non ebrei, nei campi tedeschi. Il numero degli ebrei morti in questi campi e fuori di essi non è ancora stato stabilito.
8. Simon Wiesenthal ha dichiarato che "non ci sono stati campi di sterminio sul territorio tedesco" e che gli ebrei assassinati non sono sei, ma undici milioni?
Sì, nel numero di aprile del 1975 di "Books and Bookmen", ha confermato che le gassazioni ebbero luogo solo in Polonia e, sul settimanale belga-olandese "De Post" del 9 maggio 1982, ha parlato di undici milioni di morti ebrei.
9. Ciò nondimeno, Dachau si trova in Germania e dei veterani americani sostengono che vi era una camera a gas. Ci sono anche delle fotografie di delegati del Congresso americano che visitano questa camera a gas.
Si tratta di propaganda di guerra respinta oggi da tutti gli storici, compresi quelli antirevisionisti.
10. E' provato che ad Auschwitz vi siano state camere a gas da esecuzione?
No. Nel 1976 il professor Faurisson ha scoperto che la pretesa camera a gas del campo principale di Auschwitz, visitata ogni anno da decine di migliaia di turisti, non è che un imbroglio. Nel
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1995, lo storico antirevisionista Erie Conan lo ha ammesso: "E' tutto falso" ("L'Express", 19 gennaio, p. 68).
11. Se Auschwitz non era un campo di sterminio, che cosa era?
Questo campo faceva parte di un grande complesso industriale dove si producevano particolarmente caucciù sintetico e benzina a partire dal carbone. Il campo dei detenuti serviva come riserva di manodopera, ma anche come Durchgangslager (campo di transito), dal quale gruppi di lavoro (Kommandos) erano inviati presso altri campi. Sarebbe anche servito da base per il trasferimento degli ebrei in Bielorussia (si veda Die 2. babylonische Gefangenschaft di Steffen Werner, Pfullingen, 1990).

Gli aerei da ricognizione americani fotografarono d'altronde questo importante complesso chimico a partire dal 1943. Sulla base dei loro clichés, John C. Ball, esperto canadese in foto aeree, ha scritto Air Photo Evidence, dal quale le tesi dei revisionisti ricevono una convincente conferma. Auschwitz tutto era fuorché il luogo ideale per commettere un genocidio al riparo da sguardi indiscreti.
12. Perché allora Rudolf Höss, comandante di Auschwitz, ha confessato che nel campo sarebbero stati gassati due milioni e mezzo di ebrei?
Grazie al revisionista francese Robert Faurisson sappiamo oggi che Höss fece le sue ammissioni sotto tortura. Gli inquirenti britannici riferirono come avevano catturato Höss e lo avevano picchiato per giorni; all'apparenza, essi ne erano fieri. In seguito Höss fu consegnato ai polacchi, che lo impiccarono nel 1947. "Confessioni" ottenute in questo modo erano moneta corrente in Germania all'indomani della guerra.
13. C'è una differenza tra i campi di concentramento tedeschi e i campi di concentramento americani nei quali furono internati, durante la guerra, i cittadini americani di origine giapponese?
In principio, no. Anche i giapponesi furono considerati pericolosi per la sicurezza, come appartenenti ad un popolo contro il quale gli Stati Uniti erano in guerra. Tuttavia gli Stati Uniti erano
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lontani dal teatro del conflitto e non si trovavano in una situazione disperata come quella della Germania.
14. Quanti ebrei vivevano nei territori controllati dalla Germania?
Meno di quattro milioni.
15. Numerose fotografie mostrano montagne di scheletri. Anche in questo caso si tratta di una falsificazione?
In sé, i cumuli di cadaveri non dicono niente a proposito della causa delle morti. E' significativo, invece, che la maggior parte di questi cadaveri fossero scarnificati, ciò che suggerisce come causa del decesso il tifo. Le persone colpite da tifo diventano infatti scheletri viventi (si vedano le immagini che giungono dall'Africa). Dei corpi così scarnificati non potevano certamente appartenere a deportati appena arrivati, cioè in condizioni di salute ancora relativamente buone.
Ma è curioso che siano sempre le montagne di cadaveri filmate nel campo di Bergen-Belsen (Germania del Nord), dove nessuno ha mai preteso che esistessero camere a gas, che servano a illustrare le gassazioni... di Auschwitz! Tutti sanno che a Bergen-Belsen vi furono migliaia di morti (tra i quali Anna e Margot Frank) a seguito, agli inizi del 1945, di un'epidemia terribile di tifo che non fu possibile debellare. Dopo la liberazione del campo da parle dei britannici, il 15 aprile 1945, vi morirono ancora numerosissimi deportati, poiché i britannici commisero l'errore di mettere il campo sotto quarantena, cosicché i detenuti indeboliti e affamati ma non ancora colpiti dal morbo si ammalarono anch'essi e morirono nelle settimane successive. Al momento dell'epidemia di tifo del 1942, Höss, comandante del campo di Auschwitz, aveva commesso lo stesso errore, con le stesse conseguenze.
Un'altra falsificazione ben nota è quella delle fotografie di GI's americani tra centinaia di cadaveri di detenuti disposti su lunghe file di fronte ad una fabbrica di Nordhausen. Questi detenuti non morirono per colpa dei tedeschi, ma sotto un bombardamento americano il 4 aprile del 1945. Un'azione del tutto superflua, per di più, poiché la sconfitta tedesca era sicura.

Anche il celebre film proiettato al processo di Norimberga è un cocktail di immagini e di messe in scena realizzato dall'esperto Alfred Hitchcock.
Non per nulla ancora oggi ci si deve rivolgere a uno Spielberg, maestro nella fantascienza, quando si vuole spacciare la fiction per realtà (si vedano i punti 27 e 28).

16. Quale era le cause principali di decesso?
Seprattutto le epidemie di tifo, rita anche le condizioni di vita terribili e il trattamento spesso barbaro infitto ai detenuti dai Kapo (criminali di diritto comune, socialisti, ebrei).
(vho)

San Martino


Il padre, un ufficiale dell'esercito dell'Impero Romano residente in Pannonia, gli diede il nome di Martino in onore di Marte, il dio della guerra. Quando Martino era ancora un militare, ebbe la visione che divenne l'episodio più narrato della sua vita e quello più usato dall'iconografia e dalla aneddotica. Si trovava alle porte della città di Amiens con i suoi soldati quando incontrò un mendicante seminudo. D'impulso tagliò in due il suo mantello militare e lo condivise con il mendicante. Quella notte sognò che Gesù si recava da lui e gli restituiva la metà di mantello che aveva condiviso. Udì Gesù dire ai suoi angeli: «Ecco qui Martino, il soldato romano che non è battezzato, egli mi ha vestito». Quando Martino si risvegliò il suo mantello era integro. Il mantello miracoloso venne conservato come reliquia ed entrò a far parte della collezione di reliquie dei re Merovingi dei Franchi. Il termine latino per "mantello corto", cappella, venne esteso alle persone incaricate di conservare il mantello di san Martino, i cappellani, e da questi venne applicato all'oratorio reale, che non era una chiesa, chiamato cappella.
Il sogno ebbe un tale impatto su Martino, che egli, già catecumeno, venne battezzato la Pasqua seguente e divenne cristiano. Decise, più tardi, di lasciare l'esercito e fu quindi impegnato nella lotta contro l'eresia ariana, condannata al Concilio di Nicea (325), e venne per questo anche frustato e cacciato prima dalla Francia e poi da Milano.[3] Martino nel 357 si recò quindi nell'Isola Gallinara ad Albenga in provincia di Savona, dove condusse quattro anni di vita eremitica. Tornato quindi a Poitiers, divenne monaco e venne presto seguito da nuovi compagni, fondando uno dei primi monasteri d'occidente, a Ligugé, sotto la protezione del vescovo Ilario.[4]
Nel 371 i cittadini di Tours lo vollero loro vescovo, anche se alcuni chierici avanzarono resistenze per il suo aspetto trasandato e le origini plebee. Come vescovo, Martino continuò ad abitare nella sua semplice casa di monaco e proseguì la sua missione di propagatore della fede, creando nel territorio nuove piccole comunità di monaci. Predicava, battezzava villaggi, abbatteva templi, alberi sacri e idoli pagani, dimostrando comunque compassione e misericordia verso chiunque.[4] La sua fama ebbe ampia diffusione nella comunità cristiana dove, oltre ad avere fama di taumaturgo, veniva visto come un uomo dotato di carità, giustizia e sobrietà.
Martino aveva della sua missione di “pastore” un concetto assai diverso da molti vescovi del tempo, uomini spesso di abitudini cittadine e quindi poco conoscitori della campagna e dei suoi abitanti. Uomo di preghiera e di azione, Martino percorreva personalmente i distretti abitati dai servi agricoltori, dedicando particolare attenzione all'evangelizzazione delle campagne. Nel 375 fondò a Tours un monastero, a poca distanza dalle mura, che divenne, per qualche tempo, la sua residenza. Il monastero, chiamato in latino Maius monasterium (monastero grande), divenne in seguito noto come Marmoutier. Nelle comunità monastiche fondate da Martino non c'era comunque ancora l'attenzione liturgica che si riscontrerà successivamente nell'esperienza benedettina grazie all'apostolato di San Mauro: la vita era piuttosto incentrata nella condivisione, nella preghiera e, soprattutto, nell'impegno di evangelizzazione.[4]
Martino morì l'8 novembre 397 a Candes-Saint-Martin, dove si era recato per mettere pace tra il clero locale.
La sua morte, avvenuta in fama di santità anche grazie a numerosi miracoli, segnò l'inizio di un culto nel quale la generosità del cavaliere, la rinunzia ascetica e l'attività missionaria

Alba Dorata



Basta curiosare per il web in questi giorni per rendersi conto che qualcosa, in Grecia, sta cambiando.
Un cambiamento radicale, senz’altro determinato dalla situazione a dir poco disastrosa nella quale versa la Grecia, il primo (di tanti) morto ufficiale del nazionicidio pianificato dalla UE. Le fasi per arrivare alla morte clinica di uno stato sono sempre le stesse, ma purtroppo in Grecia si è da tempo arrivati all’ultima. Una classe dirigente “democratica”, rigorosamente anti-fascista, dedita alla corruzione, al disinteresse per la buona salute dello stato sociale e dei suoi cittadini, allo sperpero indiscriminato di denari pubblici, alla xenofilia congenita, alla tassazione opprimente, alla distruzione/svendita/cessione di tutte quelle sovranità proprie di uno stato democratico, all’abbandono di tradizioni e valori. Basta qualche decennio di questa ricetta, e l’annientamento di una nazione è assicurato.
Come era prevedibile fin dai tempi dell’ignobile trattato di Lisbona, le grasse locuste della UE intervengono prontamente. Non per risollevare la Grecia dalla terribile crisi, ma per assicurarne la sedazione durante le operazioni volte al “pareggio di blancio”, l’ultimo prelievo fatale prima di staccare definitivamente la spina e uccidere lo stato sociale. Per inciso, è esattamente la fase a cui siamo giunti in Italia, e se non riprendiamo al più presto in mano la situazione ci aspetta lo stesso, tragico epilogo.
In questo scenario, si fa strada un partito di estrema destra rimasto finora nell’ombra: Chrysi Avgi (Alba Dorata). Ha superato lo sbarramento del 3% e potrebbe entrare nel parlamento greco grazie ad una quota di circa il 6%. Il che, basterebbe ad assicurargli 15-20 seggi. Se poi si considera un eventuale sodalizio con Laos, l’altro partito greco di estrema destra, la quota complessiva arriverebbe al 10%.
La Grecia cerca così di curare il tumore che l’ha ammorbata, e premia quella che sembra essere l’unica speranza per il futuro.
Se leggerete gli articoli che ne parlano sul web, non potrete fare a meno di rilevare una certa contaminazione dalle origini fin troppo chiare. La casta globalista, i tecnocrati illuminati e il sinistrume maleodorante non ci stanno: qui si tratta di difendere l’Identità Nazionale di un popolo, l’integrità del suo stato sociale e il suo benessere.
E’ quanto di più naturale che se l’immigrazione costituisce un problema deve essere fermata. Il 90% dell’immigrazione illegale diretta verso la UE transita attraverso la Grecia.
E’ quanto di più natuale che si debba al più presto abbandonare l’Euro, se si vuole sperare in una rinascita economica.
E’ quanto di più naturale che i responsabili della crisi debbano pagare per averla provocata.
Un popolo esasperato da povertà e criminalità dilagante sceglie di non stare più al gioco e cambia rotta. Noi lo troviamo legittimo, e auspichiamo che ciascuna nazione della UE possa seguire il prezioso esempio della Grecia.
Per questo salutiamo con affetto, orgoglio, onore, stima ed ampia vicinanza ideologica Nikolas Mihaloliakos, leader di Chrysi Avgi. A lui vanno i nostri migliori auspici ed il nostro “in bocca al lupo”.
(Proarisetfocis)